Il Diario della Mia Scomparsa di Hideo Azuma

“Nel novembre del 1989, ho abbandonato i progetti editoriali che stavo seguendo e sono scappato da tutto e da tutti…” Hideo Azuma

Scrivere questo articolo mi è molto difficile, anche a distanza di tempo. Questo manga biografico narra le vicende che ha vissuto Hideo Azuma in un periodo particolare della sua vita; vicende che, in qualche modo, hanno segnato anche la mia. Per farvi comprendere come, è necessario che torni indietro di qualche mese e più precisamente al 20 Ottobre 2019. Come ogni domenica mattina mi trovavo in libreria per scoprire qualcosa di nuovo e interessante da leggere. Comincio a scrutare nella sezione manga, in particolare quelli autoconclusivi, finchè il mio sguardo non si posa su”Il Diario della Mia Scomparsa”

L’autore ovviamente mi era già noto; Hideo Azuma è il creatore di due anime che mi hanno accompagnato durante la mia infanzia: Pollon e Nanà (Nanako) Supergirl. Senza esitare acquisto il libro e torno a casa.


Apro il volume e da subito l’autore mette le cose in chiaro:

Questo manga si sforza di avere una visione positiva di tutta la faccenda. Quindi ho evitato il più possibile i disegni realistici, perché sono difficili da fare e in più rendono tutto triste“ .

Dunque di cosa parla il “Diario della Mia Scomparsa”? Ci mette dinanzi al dramma quieto ma estenuante di Hideo Azuma, di come si sentisse logorato da una vita che, seppure costellata di successi, lo aveva stressato coi suoi ritmi frenetici al punto da obbligarlo a lasciare moglie, figli e lavoro e ad abbracciare una nuova esistenza invisibile. Perché Azuma diventa questo, un invisibile, un vagabondo fra i tanti. Da questo momento inizia il suo percorso da senzatetto, con tutte le preoccupazioni semplici ed amare legate a questa nuova condizione come la ricerca del cibo e di un riparo per proteggersi dal freddo. In questo modo Azuma apre il vaso di pandora della situazione dei senzatetto in Giappone, svelando lo spaccato nascosto di una società che ai più appare fin troppo perfetta e funzionale ma che in realtà nasconde anche lati oscuri. Il manga racconta questa lenta discesa verso la depressione e l’alcolismo del suo autore, ma lo fa anche attraverso uno stile ironico e divertente, riuscendo perfino a trovare la comicità dentro un episodio tragico come un tentativo di suicidio.

A fine lettura sentivo già di conoscere più intimamente il suo autore e così decidevo di fare delle ricerche, quelle routinarie, fatte senza pensare di imbattersi in nulla di particolarmente rilevante. Il giorno dopo, il 21 Ottobre, ripeto la ricerca senza un reale motivo, è scopro che Hideo Azuma è deceduto. La morte risaliva al 13 Ottobre ma soltanto il 21, cioè il giorno della mia seconda ricerca, la famiglia aveva deciso di renderlo noto.
In quel momento un brivido di freddo ha iniziato ad attraversare il mio corpo, incredulo comincio a scrutare il web, ma niente… E’ tutto vero.

Probabilmente prima o poi scriverò qualcosa di più approfondito intorno alla sua carriera, cercando di omaggiarlo nel modo in cui più merita al meglio delle mie possibilità.

Indirettamente il maestro Azuma mi ha dato una lezione importante.
Per quanto possa essere dura ogni esistenza, non bisogna arrendersi mai; perchè ogni esperienza è preziosa e aiuta a non farci travolgere dal “male di vivere”.

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