Japan Magazine

Chi si ricorda di Japan Magazine???

Erano gli anni 90, in quel periodo nelle nostre TV andavano in onda moltissimi anime Giapponesi.
Alcune reti locali tra cui la Mediaset (Fininvest ai tempi) cominciarono ad acquistare questi cartoni animati giapponesi. La Mediaset cercò di aggiustarli in maniera da rendere accessibili alcuni prodotti non adatti ad un pubblico di bambini eliminandone alcune scene e modificandone i nomi.
l’esempio più evidente è quello di “Quasi magia Johnny”.
Quest’anime è stato totalmente cannibalizzato. Inutile dire che Johnny non è il vero nome del protagonista e questa è solo la punta dell’iceberg.

Questo serviva in qualche modo per rendere l’opera fruibile ai più giovani.
Chi invece era più grandicello, riusciva a capire che c’era qualcosa che non andava, proprio a partire dai nomi.
I più affamati fruitori delle varie opere cercavano di percepire tutti i dettagli possibili registrando le puntate dei loro anime preferiti.
In un modo o nell’altro in Italia, si stavano cominciando a formare i primi “Otaku”!

Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, spuntò in edicola JAPAN MAGAZINE!


Correva l’anno 1991 con la modica cifra di 3000 lire, potevi portarti a casa informazioni su gli anime che trasmettevano in TV!!
La rivista era mensile e puntava tutto su articoli, notizie e illustrazioni dei personaggi che giravano in quel periodo, Da “Kenshiro” a “I cavalieri dello zodiaco”.

In un periodo dove internet non esisteva, ogni minima informazione era preziosa come un oasi nel deserto!!

Una parte della sua notorietà deriva dal fatto che fosse accusata di essere pirata, e di non avere diritti su alcuni dei manga che riproponevano nella rivista stessa!

Com’era impostato Japan Magazine:
Questa è una copertina della prima edizione che va dal 91 al 92 Serie I n. 1 (giu. 1991) n. 10 (15 gen. 1992) Formato: 17 x 24 : .

Serie II dal n. 1 (Anno II, 1992) la testata diventa SUPER JAPAN MAGAZINE (feb. 1992)

Dal n. 14 (Anno III, 1993) (Anno V,1995) Diventa JM Japan Magazine

Serie III n. 1 (set. 1998) n. 66 (2005)

Nel 98 torna in edicola in un formato grande al prezzo di 5000 lire.

Per un brevissimo periodo (3 numeri)  diventa in formato pocket. Lo stesso formato del Topolino.

le rubriche all’interno non erano di altissima qualità, ma a caval donato non si guarda in bocca.

Quelle che hanno incrementato il successo della rivista, sono sicuramente la DRAGON MAIL e la FIERA DEL BAMBU’.


La Dragon Mail era gestita dal “Il Drago”. La posta veniva utilizzata dagli utenti non solo per fare domande alla redazione sui manga e anime, ma anche per avere consigli sulle tipiche problematiche adolescenziali.

La Fiera del bambù invece era un angolo dedicato alla compra/vendita di oggetti dai manga ai computer dell’epoca.

Anche la pagina con il testo di una famosa sigla dei cartoon divenne un appuntamento fisso. Indimenticabili anche le “copertine” per le vhs con gli episodi registrati privatamente dalla tv.

Un’altra sezione molto seguita era lo spazio riservato ai disegni spediti dai lettori, il nome che ricordo di più è quello di Federica Macchia, che mandò anche una lettera alla dragon mail



Japan Magazine, regalava anche vari gadget, come adesivi, cartoline, poster,  mazzi di carte.

Che dire su JM:

La rivista era tutt’altro che perfetta, piena di errori da far gelare il sangue (in un numero descriveva i personaggi di Goku e Vegeta come fratelli), ma di sicuro ha segnato un’epoca, ed ha lasciato un solco nei nostri cuori!

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